Valeria Roffino. La corsa nel destino

19 Novembre 2024

Intervista alla biellese, 13 volte maglia azzurra, che domenica scorsa in occasione del Cross Internazionale Cinque Mulini, ha detto addio alle competizioni. 23 anni di corsa che però hanno lasciato il segno e tanto affetto nei suoi confronti.
Per Valeria Roffino, biellese di Occhieppo Inferiore, classe 1990, giunta domenica scorsa alla sua ultima competizione in occasione della 92ma edizione della Cinque Mulini, l’atletica è sempre stata un po’ nel destino. 23 anni dedicati all'atletica leggera, e alla corsa in particolare, per i quali Roffino, atleta delle Fiamme Azzurre, merita un ringraziamento da parte dell'atletica regionale piemontese, per la quale è sempre stata un importante rifierimento, sportivo e umano.

Dall’ultima gara alla prima: “La mia famiglia è sempre stata appassionata di atletica leggera, fin da piccolina mi ricordo che andavo con loro a vedere il Giro Internazionale di Pettinengo, era la gara di casa e il destino ha voluto che proprio quella sia stata la mia prima gara. Avevo 11 anni e mezzo e avevo deciso che volevo iniziare a correre; avevo praticato anche altri sport prima ma a quell’epoca lì avevo fatto la scelta che sapevo sarebbe stata quella definitiva. Ho iniziato come tutti, per gioco e per passare del tempo con i coetanei all’aria aperta, andando al campo di Biella tre volte a settimana. Dopo un mese e mezzo ho fatto il mio esordio a Pettinengo, pronti via e sono arrivata quarta facile facile nonostante la partenza in salita; da lì non ho più smesso. Sono molto legata a quella manifestazione, l’avrà saltata da allora credo al massimo tre volte in tutta la carriera, una quando ero incinta di Sofia, le altre due per problemi fisici".

Torniamo però all’attualità. L’ultima gara. “E’ stato un bel viaggio arrivare sin qui. Sinceramente questa settimana l’ho un po’ patita, così come l’ultimo mese, combattuta tra l’allenarmi come sempre, senza pensare al dopo, e invece il pensiero che le sedute che stavo facendo potevano essere le ultime. A questo proposito, sono contenta di essere riuscita anche a fare due giorni di lavoro sulla nuova pista di Biella. Il sabato pre-gara però l’ho vissuto come sempre, con la giusta tensione nervosa. Allo sparo sono riuscita a resettare, nonostante fossi arrivata emotivamente provata; poi ci ho pensato negli ultimi 100 metri di gara e dopo il traguardo. Posso dire di essere contenta. Non sapevo cosa aspettarmi dall’ultima gara, ma speravo che uscisse una giornata così: la gara di per sé è andata bene, sono riuscita a chiudere in maniera dignitosa.

Poi il cross è sempre stata la mia disciplina preferita, alla Cinque Mulini sono molto legata perché l’ho corsa tante volte, quasi come Pettinengo, è un percorso che mi piace, poi è vicino casa e così ho sempre avuto anche tanta gente che veniva a farmi il tifo, inoltre fino a domenica scorsa, sono stata l’ultima italiana ad essere salita sul podio qui nel 2015. Il tifo è sempre stato quel quid che mi faceva tirare fuori il massimo, per questo domenica è stato bello vedere così tante persone che sono venute sul percorso per me, Michele (Fontana, atleta e marito di Valeria) mi ha fatto fare uno striscione, gli amici hanno indossato delle magliette fatte per l’occasione, è stato bello. L’unica cosa che mi dispiace è che non ci fosse mio papà, impegnato all’estero per lavoro".


Valeria, in questa settimana, da quando hai annunciato che lasciavi le gare, hai ricevuto tanto affetto: “Si, è vero, anche domenica alcune avversarie mi hanno aspettato dopo il traguardo per abbracciarmi, ho ricevuto tante parole di stima. Mi ha fatto molto piacere, vuol dire che a questo mondo ho lasciato qualcosa oltre ad aver dato molto. Di questo dovrà ricordarmi ora che la mia vita sta per cambiare e che il futuro è ancora col punto interrogativo: non sono sola".

Cosa ti mancherà della tua vita da atleta. “Sono molto competitiva, mi mancherà il dover lottare per raggiungere un obiettivo sul campo di gara. E poi la routine quotidiana: se da una parte ho voglia di una vita normale, questa stessa normalità mi spaventa anche un po’."

Chiudiamo con un consiglio da mamma alle altre mamme. Far fare sport ai bambini perché? "Perché fa bene per la salute, rende il sistema immunitario più forte, specie se fai sport all’aria aperta. Perché aiuta la socializzazione. Perché ti da delle regole. Perché ti aiuta a saperti organizzare e gestire il tuo tempo, ti fa crescere e ti rende autonomo. Questo è stato per me, grazie allo sport ho fatto tante esperienze che mi hanno responsabilizzato, me ne rendo conto ora che mi guardo indietro. Credo davvero che lo sport sia una scuola di vita. E tra tutti gli sport, continuerei a scegliere l’atletica perché è l’attività sportiva più naturale, tutti i bambini corrono quando giocano”.
 
Il futuro per Valeria sta iniziando, ma prima di congedarsi da questi 23 anni manca ancora qualcosa. “Un doveroso ringraziamento alla mia allenatrice, Clelia Zola, per essermi stata accanto in tutti questi anni, per tutto quello che mi ha dato in termini di competenza tecnica, insegnamenti, passione e amicizia. Non avrei potuto avere allenatrice diversa da lei".


Valeria Roffino con gli amici che l'hanno festeggiata al termine della Cinque Mulini (foto Daniele Chiodi)


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